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Traduzione latina del Della Camera di Vergerio, opera del nipote Ludovico (Della Camera et Statua della Madonna chiamata di Loreto), anch’esso stampato probabilmente a Tubinga dallo stesso tipografo della presente edizione. Uno dei più celebri pamphlet ereticali di Vergerio, contro la “superstizione” religiosa incarnata nella venerazione del miracolo della camera della Madonna di Loreto. Nel testo italiano, viene tacciata come "cosa tanto sciocca e balorda (oltre la impietà) che ella non potrebbe esser più.", ma dato che frate Leandro Alberti aveva deciso di dare alle stampe un pamphlet che difendeva la presunta veridicità del miracolo, Vergerio si trova costretto a combattere "contra quelle tante bugie". E lo fa non da protestante passato dall'altra parte della sponda, ma ancora da cattolico convinto che vuole difendere l'autentico "Spirito di Dio" dalla "feccia della frateria et d'altri hipocriti". Con un procedere argomentativo stringente, che tende a smontare le varie testimonianze, Vergerio combatte le falsità assurde dell'idolo lauretanto, anche perché null'altro potrebbe fare: "...che poteva io far altro che veggendo quel frate [Alberti] et con lui l'istesso Anticristo tuttavia affaticarsi per suvertire qualche povero fratello, et robbar la gloria del nostro celeste padre farmi avanti , et contra quelle tante bugie , et impietà difenderla? (...)". Uno dei testi che più hanno contribuito alla fama di Vergerio oltralpe.