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Il capolavoro di uno dei maestri del cinema italiano, con i due divi italiani più belli e amati, memorabile per alcune delle più originali e belle scene d’amore. 6 maggio 1938: Hitler visita Roma scortato da Mussolini. In un caseggiato popolare, svuotato dal richiamo dell’evento, Antonietta, madre di sei figli, incontra Gabriele, coinquilino, ex annunciatore dell’Eiar, che andrà al confino perché omosessuale. Sarà, per entrambi, una giornata davvero particolare. Il piano sequenza iniziale ritrae la Loren all'interno della cucina e da subito la vestaglia che indossa incarna e rappresenta a pieno il modello di donna che Scola voleva: una donna dimessa, sottomessa al marito, donna e madre sotto un regime che – come noto – attribuiva loro ben poche virtù al di fuori degli obblighi domestici e coniugali. Nel bozzetto, qui presentato al lotto 764, si evince come Scola pensasse ad una vestaglia particolare: tradizionale nella forma, ma con due risvolti anteriori che ondeggiano seguendo le forme della Loren e i movimenti del suo corpo, quasi a contrastare idealmente la funzione puramente protettiva che doveva avere. I delicati fiori che la decorano sono orami spenti, volutamente spenti come sappiamo dalle testimonianze dirette di chi seguì le riprese cinematografiche: la vestaglia venne accuratamente esposta al sole e alla luce perché assumesse queste tonalità smorte, consumate, lise e appassite, in linea con la tonalità grigio-avorio scelta da Scola per l’intera fotografia del film. Ma il contrasto che assume questa veste scialba indossata dalla splendida Sophia fa scattare un corto circuito assoluto: la Loren si specchia, si sistema i capelli, sente che questa veste indossata con la sua carica di sensualità, ancora ardente sotto la maschera di madre sottomessa, può essere un abito da sera. E diventa un abito da sera anche agli occhi di Marcello, nello scambio di occhiate, sguardi, passi furtivi e approcci falsati. Noi sappiamo come andrà a finire la storia, ma questa vestaglia accompagna le scene del film come il testimone spiazzante di una relazione che a lungo sembra possibile: da una parte l’austero gilet bordeaux di Marcello e la sua giacca tortora, dall’altra la vestaglia dallo sfondo anch’esso grigiastro, ma su cui spiccano fiori colorati che segnano la vitalità indomita della Loren. E’ lei, con la sua vestaglia non provocante ma sinceramente autentica, a circuire Marcello, a cercarlo, a rifiutarlo quando capisce la finzione. Un gioco delle parti invertito, dove anche gli abiti di scena giocano la loro parte, particolari come quella giornata memorabile per la vita di Antonietta e Gabriele. Film icona delle organizzazioni gay nel mondo, Una giornata particolare è stato il primo film della storia del Cinema a sollevare il problema della discriminazione degli omosessuali e della donna. Candidato per l’Italia agli Oscar come miglior film straniero e come miglior attore, vinse il Golden Globe quale migliore film straniero, il David di Donatello per la regia e per la migliore attrice protagonista, il Nastro d’argento sempre per la Loren, il Globo d’oro come miglior film, attore e attrice, oltre a ricevere una nomination a Cannes.