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Straordinario esemplare di lavoro della seconda opera di Savinio, arricchito da centinaia di nuove lezioni: un'integrale revisione condotta nel 1943 (come si legge al frontespizio del volumetto) che non venne però mai pubblicata, inedita e sconosciuta agli studiosi. "L’opera esce per la prima volta a puntate sulla rivista milanese di Enzo Ferrieri il «Convegno», fra il giugno e il dicembre 1920 e nel 1925 in volume presso l’editore G. Carabba di Lanciano. Si trattava di dare corpo a quell’idea di arte filosofica pronunciata su «Valori plastici», di tradurre cioè in concreti fatti letterari la teoria metafisica, che nel suo corrispettivo pittorico aveva già da tempo trovato uno specifico repertorio di forme e di immagini. (...)" (M. Ficara, fonte on line) Non è possibile in poche righe dar conto della attenta, puntuale, estesa e sistematica revisione cui viene sottoposto il testo, sin dalla prima pagina dove si contano la bellezza di 13 varianti che rendono il testo più fluido e scorrevole, per poi continuare nei capitoli successivi con un labor limae costante e intenso. Parole nuove che rivelano nuove sfumature di pensiero, un'attenzione mai sopita al miglioramento della frase attraverso un'operazione di alleggerimento, anche semantica. In quell'anno Savinio darà alle stampe Casa «la Vita», dopo Narrate, uomini, la vostra storia, ma sarà anche l'anno in cui, avendo appreso che il suo nome era stato inserito in una lista di sospetti antifascisti, fu costretto nell'autunno a nascondersi a Poveromo in Versilia e nella campagna della Lucchesia. E fu probabilmente qui che revisionò, su una copia della I edizione, il testo de La casa ispirata, per poi lasciarlo in un cassetto sino all'attuale ritrovamento. "Romanzo già apparso, in 5 puntate, in "Il Convegno", 1920, qui arricchito. Abbastanza raro e molto ricercato..." Gambetti-Vezzosi, p.820.