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Importante documento per la storia di Cesenatico, testimone di un passaggio cruciale nella storia della piccola cittadine emiliana. "La Popolazione della terra e Porto di Cesenatico situato nell'Emilia che conta 3685 anime come da annessi attestati soffriva in prima la subordinazione al commune di Cesena, che vantava una specie di diritto feudale. Ora che ogni Costituzione permette a Popolazioni come quella così numerosa di erigersi in Municipalità implora la vostra approvazione. Se venisse tolto a quella Popolazione l'adempimento di questo suo desiderio non si potrebbe mai contare tranquilla. Lo spera dalla vostra generosità, e ve ne avrà eterna ricompensa." Napoleone risponde in calce di suo pugno: "N'Envoyé au Comité Centrale de Milan Le G.al Chef Bonaparte". La lettera al verso reca la firma di Porro (si tratta probabilmente di Baldassarre Porro Schiaffinati, che ebbe diversi incarichi di governo nella Repubblica Cisalpina) e Abamonti, sicuramente Giuseppe Abamonti, giureconsulto e uomo politico, attivo a Milano tra 1796 e 1799. "Con la discesa di Napoleone Bonaparte in Italia, e nello specifico a Cesena il 2 luglio 1796, la nuova ventata di libertà porta non solo all’abolizione del dazio sul pesce e della dogana pontificia ma anche e soprattutto a una nuova richiesta di autonomia presso la neonata assemblea legislativa. Tale richiesta, unita a sospetti di infedeltà della municipalità di Cesena, porta il governo centrale a distaccare Cesenatico da Cesena il 30 marzo del 1798 per unirla al distretto di Cervia. Del resto Napoleone era spesso fedele all’antico proverbio “divide et impera”; si consideri che allora il Cesenatico, prevalentemente composto dalla porzione costiera, contava solo un paio di migliaia di residenti." (da Cesenatico tra Carboneria e autonomia, a cura di Gianni Briganti, on line).