Information
Manoscritto cartaceo, in 8°, 203 x 150 mm, datato 1840-41, vergato in corsivo su carta azzurrina, 266 pp., 28 cc. bianche, testo in italiano, francese, inglese, greco, latino, alcune pagine strappate o tagliate probabilmente dalla proprietaria, legatura coeva in mezza pelle, dorso liscio impresso in oro con filetti e rotelle, qualche abrasione. Unito nel lotto un taccuino, in 8° oblungo, 103 x 170 mm, 36 carte contenenti disegni a matita e 2 all'acquerello, la trascrizione di 3 poesie di Thomas Haynes Bayly, la bozza di una lettera al Signor Politi che le aveva fatto i complimenti per le sue poesie, legatura coeva in piena pelle con rotella in oro ai piatti, abrasioni.
Giuseppina Turrisi Colonna (Palermo 1822 - 1848) ebbe una sofisticata educazione, studiò sotto la guida di Giuseppe Borghi realizzando dapprima degli inni sacri di ispirazione manzoniana, ma poi guardando a Foscolo e Leopardi. Nonostante gli slanci generosi e appassionati i risultati delle sue poesie rimasero di scarso valore artistico. Nel manoscritto rimangono le testimonianze dei suoi autori preferiti: trascrive brani di Byron, Orazio, Foscolo, Dante, Cicerone. I brani letterari sono intervallati da osservazioni personali, ricordi delle giornate passate a cavallo, appunti sulla vita di Aristotele, su Napoleone,osservazioni sui dialetti greci in Sicilia, su opere d'arte, pensieri sulla morte. Non mancano le sue poesie, accanto alle quali si incontra talvolta l'appunto sulla pubblicazione, e in fine una lista dei sui libri - classici italiani,inglesi, greci e latini -, suddivisi per scaffali. Tre pagine sono strappate: dato che la carta seguente parla di libertà che guida i popoli, si può immaginare che il suo documentato impegno nell'incitare gli italiani alla libertà sia stato ritenuto sconveniente. Il taccuino contenente i suoi ritratti, presente nel lotto, ci mostra la sua curiosità nei confronti del popolo palermitano - Concetta Cardone "di anni 5", Piddu Vitale "di dodici anni palermitano" -, oppure l'interesse che le suscitavano i personaggi che gravitavano attorno alla sua casa - Miss Hear, probabilmente la sua governante - e parenti che la visitavano, come Pietro Aloisio Colonna "disegnato ad vivum mentre suonava il pianoforte".
Giuseppina Turrisi Colonna (Palermo 1822 - 1848) ebbe una sofisticata educazione, studiò sotto la guida di Giuseppe Borghi realizzando dapprima degli inni sacri di ispirazione manzoniana, ma poi guardando a Foscolo e Leopardi. Nonostante gli slanci generosi e appassionati i risultati delle sue poesie rimasero di scarso valore artistico. Nel manoscritto rimangono le testimonianze dei suoi autori preferiti: trascrive brani di Byron, Orazio, Foscolo, Dante, Cicerone. I brani letterari sono intervallati da osservazioni personali, ricordi delle giornate passate a cavallo, appunti sulla vita di Aristotele, su Napoleone,osservazioni sui dialetti greci in Sicilia, su opere d'arte, pensieri sulla morte. Non mancano le sue poesie, accanto alle quali si incontra talvolta l'appunto sulla pubblicazione, e in fine una lista dei sui libri - classici italiani,inglesi, greci e latini -, suddivisi per scaffali. Tre pagine sono strappate: dato che la carta seguente parla di libertà che guida i popoli, si può immaginare che il suo documentato impegno nell'incitare gli italiani alla libertà sia stato ritenuto sconveniente. Il taccuino contenente i suoi ritratti, presente nel lotto, ci mostra la sua curiosità nei confronti del popolo palermitano - Concetta Cardone "di anni 5", Piddu Vitale "di dodici anni palermitano" -, oppure l'interesse che le suscitavano i personaggi che gravitavano attorno alla sua casa - Miss Hear, probabilmente la sua governante - e parenti che la visitavano, come Pietro Aloisio Colonna "disegnato ad vivum mentre suonava il pianoforte".
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