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Bonaventura Morone di Taranto (1560-1621), teologo e letterato, entrò nell'ordine francescano nel 1604 a Lecce, fu poi trasferito a Roma dove divenne penitenziere della Basilica di San Giovanni in Laterano, precettore di greco di Maffeo Barberini, futuro papa Urbano VIII e scrisse la sua opera più celebre, il Mortorio di Cristo (1611). Sue sono altre due tragedie spirituali, la Giustina e l’Irena (Venezia 1612 e 1619), mentre le Rime sacre del 1619 raccoglie soprattutto, sebbene non esclusivamente, poesie rimontanti al periodo del sacerdozio secolare e del noviziato. Il nostro manoscritto trascrive o si ispira a un'opera del celebre poeta.