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Edizione postuma di questa imponente storia dell’inquisizione dell’abate Pietro Tamburini (Brescia, 1739 - Pavia, 1827), forse il massimo esponente del Giansenismo italiano, fautore di quella "democrazia ecclesiastica" che sfocerà nel sinodo di Pistoia del 1786. L’opera, assai esaustiva nel trattare di ogni movimento ereticale rispetto alla Chiesa di Roma (nonché delle pratiche di processo e di tortura), venne scritta tra il 1817 ed il 1818 per reazione al perdurare dell’Inquisizione in Spagna ad opera di Ferdinando VII. Al suo apparire essa venne subito posta nell’Indice dei libri proibiti, in cui rimase fino al Concilio Vaticano II. (4)