Information
cm 26 x 20
60 copies, La Tartaruga gallery, Rome 1963
La produzione di oggi ci mostra dei veri e propri oggetti: finestre, armadi, porte, specchi (di cui c’è un curioso precedente dada nel "Portrait d’un imbecile"), obelischi. Oggetti costruiti in legno e verniciati a smalto. Oggetti veri, ma non certo objets-trouvès. Non relitti di oggetti che hanno vissuto come tali, ma oggetti costruiti dall’artista: non c’è una gran differenza tra una persiana vera e una di Festa, se non nell’ambiguità del quid est veritas? Che cos’è la verità? Platone lo avrebbe cacciato dalla repubblica. L'immagine è costruita con la stessa colla, legno, vernice della cosa. Lo spazio dell’immagine è lo spazio materiale dell’oggetto, misura e limite del suo esistere e non di altro: lungo tanto, spesso tanto, largo tanto, impenetrabile ad altro. La finzione non è più sulla tela o sul muro, dove Masaccio dipinse "quadri pieni di rosoni, che diminuiscono e scortano così bene, che par che sia bucato quel muro", ma è nell’oggetto stesso, nella coincidenza dell’immagine e della cosa.
Giorgio de Marchis