Legno duro ricoperto con lamine di rame
H 41 cm
Figura di reliquiario.
Questo esemplare di 41 cm, con viso concavo / convesso, è realizzato con lamina di rame incisa a lamelle figurate, cioè ottenute con un lavoro a punzone sulla superficie. Gli occhi a capsula sono fissati con chiodi di rame. La bocca è rappresentata nell'atto di sorridere. Tutte le placche di metallo sono state fissate con chiodi e linguette di rame. La base di legno, a forma di rombo traforato a sezione quadra, è rivestita nella metà superiore, con lamine di rame lavorato a punzone, tecnica usata anche per il rivestimento del collo e della losanga di base. Sulla parte posteriore è presente un rombo in rilievo tipico di molti esemplari Kota.
Lo stile di questo esemplare corrisponde alla tipologia di reliquiari Kota realizzati dai gruppi insediati nel Congo settentrionale, regione di Sibiti, latitudine sud della tradizione Kota.
Utilizziamo la classificazione che lo specialista francese Louis Perrois ha individuato per questi modelli caratterizzati per i seguenti criteri dominanti che qui riassumiamo:
- viso ovale senza cimiero;
- fronte convessa, faccia concava;
- linea sagittale, arcate sopracciliari curve;
- decoro dominante a lamelle (qui a lamelle figurate);
- ciocche laterali curve a pettinatura avvolgente rifinite a coda d’anitra;
- occhi semi;
- globulari con pupille a chiodi;
- naso realista (qui ad angolo diedro);
- base di legno a rombo (qui a sezione quadra);
- Antica collezione George F. Keller (Parigi / New York) (Inv. G.F.K…- numero illeggibile);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano);
Questi reliquiari dell’Africa equatoriale rappresentano figure riservate al culto degli antenati.
Sono stati studiati, a partire dagli anni ’60, da numerosi specialisti francesi tra i quali:
- Alain Chaffin: ha pubblicato un primo studio sui reliquiari Kota prendendo in esame soprattutto gli aspetti morfologici.
“L’Art Kota” articolo sulla rivista “Arts d’Afrique Noire” Arnouville n° 5, Primavera 1973, pagg. 12 - 43;
- Louis Perrois: è stato in Gabon per almeno dieci anni dove ha approfondito il contesto storico e le tradizioni tribali dei differenti gruppi etnici. Nel 1965/1966, come accademico dell’Istituto francese di ricerche scientifiche (ORSTOM) ha visitato i villaggi Kota di Makokou e Mékambo. Oggi è considerato il miglior specialista al mondo di questa materia. Ha pubblicato le sue ricerche in una serie di libri tra i quali:
- PERROIS LOUIS “Patrimoines du Sud, collections du Nord” Trente ans de recherche à propos de la sculpture africaine (Gabon, Cameroun) ORSTOM, Paris 1997;
- PERROIS LOUIS “Arts du Gabon” Arnouville 1979, da pag. 193 gruppo IV (Figure senza cimiero), foto alle pagine 204 e 205 e disegni a pagina 316;
- PERROIS LOUIS “Art ancestral du Gabon dans les collections du Musée Barbier-Mueller” Genève 1985, descrizione a pag. 49 e disegni a pag. 52 (Categoria VI);
(*) La scheda di Morigi, segnala come luogo di provenienza Makouku, una città del Gabon centrale nella regione dell’alto corso dell’Ivindo. Questi modelli di reliquiari Kota sono stati attribuiti da Alain Chaffin e Louis Perrois ad un sottogruppo che vive nella regione di Sibiti, una zona forestale dell’alto Niari in Congo Brazzaville. E’ una località distante almeno 500 km da Makouko che invece si trova in Gabon sull’Ivindo, sopra la linea dell’Equatore. La regione di Sibiti è la zona dove i Kota hanno raggiunto la loro massima espansione a sud. Gli esemplari di questo tipo sarebbero più rari dei Kota del centro Gabon.Alain Chaffin, nella sua indagine sull’arte Kota pubblicata su “Arts d’Afrique Noire” Arnouville n° 5,Primavera 1973, pagg. 12 - 43, segnala a pag. 42 un “Sotto stile della regione di Sibiti”.Un modello di cui all’epoca Chaffin conosceva solo cinque esemplari. Uno di questi è stato da lui illustrato a pag. 38 con il n° 28.