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Direttore Lloyd Kahn. n. 1 - 1970 [Domebook one]: pp. 56, copertina in biancoe e nero di Jack Fulton, fascicolo interamente illustrato con disegni, piante, schemi e immagini fotografiche di edifici e strutture con cupole geotediche (dome buildings), ecologici e gonfiabili progettati negli ‘60. Testi a cura di Lloyd Kahn, Jay Baldwin, Kathleen Whitacre, Cappy McClure, Jonathan Kanter, Sarah Kahn, Robt. Easton e molti altri. Fotografie di Peter Ross e Jack Fulton. Graphic design di Robt. Easton. n. 2 - 1971 [Dome book 2]: pp. 127-[1], copertina a colori di Jack Fulton, fascicolo interamente illustrato con disegni, piante, schemi e immagini fotografiche di edifici sferici, a cupola (dome buildings), ecologici e gonfiabili. Testi a cura di Lloyd Kahn, Peter Calthorpe, Jonathan Kanter, Hans Meyer, Sarah Kahn, Jeanine Easton, Sarah Brennon e molti altri. Fotografie di Jack Fulton, Nancy Biers, Peter Ross, David Stephenson. n. 3 - 1973 [Shelter]: pp. 176, copertina a colori, fascicolo interamente illustrato con disegni, piante, schemi e immagini fotografiche di capanne e stalle dell’Asia Centrale, case comunitarie e galleggianti dell’Europa e degli Stati Uniti. Testi a cura di Lloyd Kahn, Jaime de Angulo, Joe Bacon, Sarah Kahn, Jeannie Easton e molti altri. Fotografie di Jack Fulton, Ed Allen, Greg Howell, Peter Ross e molti altri. Graphic design di Bob Baston. n. 4 - 1978 [Shelter II]: pp. 224, copertina a colori, fascicolo interamente illustrato a colori e in bianco e nero con disegni, piante, schemi e immagini fotografiche di capanne e stalle dell’Africa e dell’Asia Australe, costruzioni rurali e bungalows dell’Europa e degli Stati Uniti. Testi a cura di Lloyd Kahn, Bob Easton, Ian Davis, D. Stafford Woolard, Renee Kahn, Mixhael Gaspers e molti altri. Fotografie di Jack Fulton, Regan Bice, Josep Mascarò, David Gebhard e molti altri. “Communes, “Buddhist Economics”, the bricolage aesthetic of “adhocism” in the early 1970s, “Digger” activism in San Francisco and Provo activism in Amsterdam, the production of “People’s Parks’ by community action and even the hippy trail to India represented a search for altrnatives th what Herbert Marcuse, in his influential early critique, called “technological rationality”. All operated on a different scale to the grand, even revolutionary schemes to create utopia in the world. This trend reached its apogee in the commune movement that took hold throughout North America and Western Europe in the late 1960s. The partecipants in these experimental social coominities acted witha range of different motivations: some were guided by Kropotkin’s anarchism, whilist others were angaged in a search for trascendental experience (and both strains were combined in the “primitive” Christianity promoted by some American communes). Other communes indulged in “back to the land” romanticism, with a fascinated writer in “Life” magazine describing their members as “refugees from affluence”. Many of these diverse groups expressed their antagonism to mainstream lifestyles by turning to unorthodox architectural forms (when judged by the standrads set by Western housing), including domes derivated from Buckminster Fuller’s inventive futurism as well yurts and other traditional nomadic tents.” (David Crowley - Jan Pavitt, Cold War Modern Design 1945 - 1970, London, V & A. Publishing, 2008: pp. 260 con illustrazione della copertina del primo fascicolo).
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