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Libri, Autografi e Stampe

mercoledì 20 novembre 2024 e giovedì 21 novembre 2024, ore 16:00 • Roma

320

Silva, Ercole

Dell'arte dei giardini inglesi, 1800

Stima

€ 300 - 500

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Informazioni

Milano, dalla stamperia e fonderia al Genio tipografico, anno IX [1800-1801], In 2°. 277 x 220 mm. 36 incisioni numerate in rame, di cui 30 nel testo e 6 fuori testo ripiegate più volte, la prima incisione al frontespizio, occasionali fioriture e una macchia nel margine superiore delle prime due carte ripiegate ma ottima copia, marginosa e impressa su carta forte, con le tavole in forte inchiostratura, legatura moderna in piena tela verde con titolo in oro su tassello al dorso, conservata in custodia di percallina verde.

Note Specialistiche

Ottimo esemplare, stampato su carta forte. Prima edizione di questa importantissima opera per la storia del paesaggismo italiano, che illustra i giardini del Bel Paese ispirati ai parchi inglesi, ed insegna e celebra "l'arte de' giardini". Le incisioni si devono a Gaetano Riboldi, su disegno di Giuseppe Levati, professore a Brera, e raffigurano, fra l'altro, Villa Silva di Cinisello, ovvero la villa dell'autore, il quale nel libro illustra la trasformazione del suo giardino barocco al nuovo stile, poi Villa Cusani di Desio, il laghetto di Villa Reale a Monza, i giardini di Palazzo Belgiojoso a Milano e del Castello di Belgiojoso, nei dintorni di Pavia. L'opera fornisce un lungo catalogo di piante (erbe, arbusti ed alberi) "atte al giardino all'inglese". Il celebre pasticcere Carême si ispirò ai modelli architettonici di questo testo per le sue elaborate composizioni culinarie. L'opera ispirò anche un passo dei 'Sepolcri' di Ugo Foscolo. Ebbe notevole importanza per la diffusione dell'arte del "landscape garden" in Italia e dei giardini all'inglese, "una particolare forma di 'landscaping' che prevedeva una serie di complementi architettonici (tempietti, torrette, false rovine, coffee - houses ed altro)'' (Il Gran Teatro delle Fabbriche, cur. Paliaga e Valeriani, Milano 2000). Melzi, I, 90; Cicognara 960: "la migliore opera che l'Italia abbia in questo genere"; Schlosser Magnino, p. 684: "La più importante opera italiana sull'argomento".

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