Informazioni
Romae, Ex Typographia Iacobi Komarek Bohemi apud Angelum Custodem, MDCLXXXVIII (1688). Folio, pp. (8) frontespizio ampia vignetta incisa con stemma araldico sorretto da due putti alati; 96 (tra le pagine 86/87 inserito un foglio di appendice numerato 86, "Appendix" con sottoscrizione nel verso: Romae: typis Ioannis Iacobi Komarek, 1689). Qualche leggera arrossatura. Legatura coeva in piena pergamena, titolo calligrafico al dorso.
Note Specialistiche
Alcune bibliografie riportano un'inesistente edizione, mai descritta, pubblicata nel 1686. Fundamentum doctrinae motus gravium è la risposta definitiva e più completa allo Specimen de Momentis gravium del gesuita Giovanni Francesco Vanni (Roma, 1684). Vanni tentò di confutare la proposizione galileiano-torricelliana secondo cui il rapporto tra le componenti dei pesi di un corpo su un piano inclinato e della perpendicolare è uguale a quello tra l'altezza verticale e la lunghezza del piano inclinato. Giordani dimostra la correttezza della proposizione galileiano-torricelliana mediante quattro teoremi, nei quali assume le proposizioni galileiane sui corpi cadenti in gravità. Giordano (1633-1711) nacque a Bitonto. Dopo una giovinezza dissoluta, durante la quale uccise il cognato, si arruolò nella flotta che Innocenzo X stava allestendo per muovere contro gli Ottomani. Oltre a numerosi duelli, arresti e condanne (una per omicidio, che venne condonata), Giordano sviluppò in questo periodo la passione per la matematica, che apprese per provvedere all'amministrazione della nave sulla quale prestava servizio. Nel 1659 tornò a Roma, fu nominato prima custode e poi ingegnere del castello di Sant'Angelo da Clemente X, e decise di dedicare la sua vita alle scienze e alla matematica, allacciando rapporti con Borelli e Ricci. Nel 1685 gli fu conferita la cattedra di matematica al collegio della Sapienza nel 1685, e ammesso all'Accademia degli Arcadi nel 1691. 1680 Giordano pubblica il suo Euclide restituto che contiene un importante contributo alla geometria non euclidea, l'opera per la quale è oggi più conosciuto: introduce la figura geometrica oggi conosciuta come 'quadrilatero di Saccheri', dopo il suo utilizzo da parte di Girolamo Saccheri nel suo Euclides ab omni naevo vindicatus (Milano, 1733). Cfr. Vitale Giordano: un matematico bitontino nella Roma barocca di Francesco Tampoia, pag. 42.