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Libri, Autografi e Stampe

venerdì 15 dicembre 2023, ore 11:00 • Roma

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Mirabella Alagona, Vincenzo

Dichiarazioni della pianta delle antiche Siracuse e di alcune scelte medaglie di esse e dei principi che quelle possedettero., 1613

Stima

€ 8.500 - 10.500

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Informazioni

Napoli, Scorriggio, 1613. Folio p., pp. 128-126-(2) con 16 tavole incise su rame f.t. di cui nove, fra esse unite, formano la Mappa Scenografica, visione prospettica a volo d'uccello, delle quattro città siracusane (campo complessivo cm. 160 x 120), le altre raffigurano nell'ordine: ritratto dell'autore, Tempio di Minerva (2), pianta della Grotta, Medaglie (3). Leggera brunitura, lievi difetti. Legatura in piena pergamena, titolo calligrafico. 


Note Specialistiche

Prima edizione, della più importante opera su Siracusa.

Edizione originale, unica opera del Mirabella giunta sino ai nostri giorni e dedicata al re di Spagna Filippo III. Il volume contiene nove tavole incise a Siracusa da Francesco Lomia, nelle quali la città era minuziosamente riprodotta, con indicazioni relative a più di duecento fra edifici pubblici e privati, templi e fortificazioni, luoghi sacri e giardini, ricavate grazie ad uno spoglio sistematico delle fonti classiche. Alla fine dell’opera sono inserite le vite di Archimede, Teocrito, Epicarmo E Tisia. Lo scritto ebbe uno straordinario successo e venne più volte ristampato; la pianta topografica in esso contenuta finì con il rappresentare l’immagine ufficiale della città, riprodotta in numerosi testi, in Italia e all’estero.

Questo esemplare fu esposto allA mostra “Civiltà del seicento” tenuta a Napoli dal 24 ottobre 1984 al 14 aprile 1985. L’opera è corredata da una pianta topografica di Siracusa, distinta in nove tavole che riporta un’accurata ricostruzione ipotetica della città antica, da Ortigia al castello Eurialo, con l’indicazione di duecento luoghi di interesse storico e archeologico. Nel settore dedicato alla Neapoli e alle Latomie del Paradiso, Don Vincenzo Mirabella lasciò ai posteri la testimonianza scritta della visita di Caravaggio alla grotta che oggi porta il nome di Orecchio di Dionisio, e che prima era denominata come “Grotta della Favella”. Cfr. Mira II, pag.84 "Opera dotta e assai rara". Lozzi, 5182 (note) "libro ricercatissimo e rarissimo". 

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