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Dante Alighieri
(Firenze 1265 - Ravenna 1321)
Questio florulenta ac perutilis de duobus elementis aquae & terrae tractans ... diligenter & accurate correcta fuit per Ioannem Benedictum Moncettum, 1508
Stima
€ 5.000 - 7.000
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Note Specialistiche
Tramandata dalla editio princeps stampata a Venezia nel 1508 e per questo a lungo messa in dubbio quanto all'autenticità, la Questio è il testo di una disputa di carattere accademico e scientifico tenuta da Dante a Verona il 20 gennaio 1320: lo scrittore riprende il contenuto di una disputa analoga tenutasi poco tempo prima a Mantova e alla quale egli aveva assistito casualmente, che riguardava il rapporto tra la sfera dell'acqua e quella della terra (si discuteva cioè se in qualche punto del globo l'acqua potesse essere più alta delle terre emerse). Dante argomenta che ciò è impossibile e lo fa soprattutto per sostenere l'impalcatura fisica e astronomica su cui si regge il poema, in cui la struttura dell'Universo è modellata secondo l'astronomia aristotelico-tolemaica. L'operetta è interessante non tanto per la validità delle teorie scientifiche sostenute, manifestamente errate come tutto l'impianto della Commedia, ma in quanto esempio brillante di quelle dispute accademiche che si svolgevano assai spesso nelle Università medievali. La Questio de aqua et terra è l’unica opera organica di Dante Alighieri che esibisca una datazione topica e cronica: Verona, chiesa di Sant’Elena, 20 gennaio 1320. Il testo si presenta nella forma della classica questio disputata in cui un magister universitario espone la propria tesi rispondendo e confutando di volta in volta le obiezioni degli avversari: Dante affronta il tema dell’emersione delle terre rispetto alla sfera dell’acqua che secondo la fisica aristotelica diffusa all’epoca del poeta, doveva in linea teorica ricoprirle interamente.
Mambelli 913: "Prima edizione di questo trattatello dantesco, di cui ogni manoscritto è venuto a mancare...".