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Venetia, 1522. In 8°, 207 su 208 cc. num., mal numerate (manca l'ultima carta con il colophon) compreso il bel frontespizio figurato (con scene di cavalieri, a piedi e a cavallo) e le scritte: “Fa che tu non faci a me quelo che tu non voi per Te” (in alto) - “Chi altri caza per se non possa” (in basso).
"Rarissima seconda edizione" (la prima è di Giunta, 1519). Cfr. Sander, I, 899 - Essling 2141 - Brunet, I, p. 773: “Edition peu commune, encore assez recherchée” - Gamba, 1068 (in nota): “L’editore Biagio Bonaccorsi scrive, che nelle stampe anteriori erano alcuni di questi componimenti imperfecti et ripieni di molti errori. Due volte si ristamparono in Venezia, Zoppino, 1522 e de’ Gregorii, 1524. Sono Egloghe, Canzoni, Sonetti, Laudi spirituali, Frottole e traduzioni delle Bucoliche di Mosco, di un’Elegia di Properzio, di alcuni Salmi di David, del "Dies irae", ec.” Legatura in piena pelle marroni, cordoni, titolo calligrafico, cornice a secco ai piatti. Adams, I, p. 112. “Girolamo Benivieni, poeta fiorentino (1453-1542). Seguace del Ficino, compose un poemetto allegorico latinizzante intitolato "Amore" ed espose la teoria dell’amor divino del maestro in una canzone cui Pico della Mirandola appose un ampio commento. Divenuto fervente seguace del Savonarola, ripudiò il passato, volse a significato religioso le sue poesie d’amore platonico-petrarchesche, e scrisse laudi e canzoni di viva ispirazione religiosa e ascetica ("Opere", 1519)”. Diz. Treccani, II, p. 203.
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