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Saba e Levi si erano incontrati per la prima volta nella casa torinese di Giacomo Debenedetti molto probabilmente nel 1924. Levi, nato nel 1902, era giovanissimo, un anno meno di Debenedetti, che sarebbe diventato il critico più importante di Saba. (...) Frequentando Saba, Carlo si lega alla figlia Linuccia che gli sarà poi vicina sempre. Non bella, magra, con gli occhi chiari di cui Levi parla nell' Orologio, Linuccia era sposata col pittore triestino Lionello Giorni e quel matrimonio resterà lì, formalmente in piedi, mentre la passione segreta per Carlo diventava lo scopo della sua vita. Tra Linuccia Saba e Carlo si crea dunque uno strano triangolo: i due amano, riamati, il poeta e lo aiutano in ogni modo, ma qualche volta è Carlo a cercare di sottrarre Linuccia all'incontenibile ansia che il padre gli riversa addosso. Era nata a Trieste da Umberto Poli (il vero nome di Umberto Saba) e da Carolina Wöfler (Lina) il 24 gennaio 1910; dai carteggi tra Saba e la moglie è noto che quelli furono anni turbolenti per il loro rapporto. Pittrice, scrittrice, giornalista, visse all'ombra del Padre ma con una forte e decisa personalità. Le lettere qui raccolte testimoniano una forte passione emotiva, mai celata e confermata di anno in anno: dalla prima missiva del 17.10.45, dove ancora la loro relazione sembra in fieri: "Mio caro Carlo, ti ho scritto in questi giorni una lunga lettera che però rimane nella mia borsetta. Il tuo silenzio, anche quando non si tratta di "sentimento", è eloquente e rende la lettera inutile. Evito quindi ogni argomento personale". (...)". Ma nell'ultima, decisamente più recente anche se non datata perché consegnata a mano, il loro rapporto è divenuto esplicito: "Amore, speravo vederti e dirti che non hai nessun dovere verso di me; io dovrei avere una infinita gratitudine verso di te, ma sarebbe, è, così grande che mi soverchia. Posso solo paragonarla a quella di Adamo verso Dio, solo Adamo ha dato, penso, soddisfazione a chi ha toccato. Io invece posso solo volerti bene: è oggi la sola cosa viva che io senta. Ti abbraccio, Linuccia".