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Edizione molto stimata, pubblicata da Pier Antonio Guadagni, Angelo Maria Bandini e forse Giovanni Bottari, citata dagli Accademici della Crusca e lodata anche da Foscolo; essa trascrive il celebre codice Mannelli (il quale lo aveva steso nel 1384, nove anni dopo la morte del poeta, suo amico) e si basa anche sull'edizione ''Ventisettana'', le cui varianti sono riportate a pié di pagina, e su quella del 1573. Esemplare su carta grande.