Negli anni Cinquanta, Roma era il centro di sperimentazione orafa a livello italiano. Consideriamo che solo pochi anni prima però, durante la Seconda guerra mondiale, tutta l’attività dedicata al gioiello si era fermata, così come molte altre produzioni. Il gioielliere Mario Masenza raccontava, nel 1950, sulle pagine della rivista Italia:
“Durante l’ultima guerra i gioiellieri italiani furono costretti a sospendere ogni attività; si fermarono le vendite, si arrestò la produzione e il nostro lavoro si ridusse a quello di semplici sequestratori delle stesse aziende che ci appartenevano. […] non ci accorgevamo nemmeno più di essere diventati degli agenti di borsa e che a noi si rivolgeva solo chi voleva investire i propri risparmi in oro. Dove erano finite le tradizioni dell’antica arte orafa italiana? […] Bisognava tornare al passato, bisognava tentare un ravvicinamento fra gli artisti e il gioiello. Da principio non fu facile…”
Fu proprio Mario Masenza a guidare il rinnovamento della produzione orafa italiana nel dopoguerra: fino ad allora, il mondo della gioielleria aveva guardato alle produzioni viennesi e francesi del primo ‘900, adottandone gli stilemi estetici. Alcuni grandi nomi, come Mario Buccellati, Alfredo Ravasco e Fulco di Verdura erano stati capaci di portare la gioielleria italiana nel mondo, mantenendo comunque un approccio molto tradizionale e consono agli anni in cui crearono i loro capolavori orafi.
Con l’arrivo dell’arte informale però, anche il mondo del gioiello contemporaneo cambiò. Quando parliamo di “mondo del gioiello” è opportuno fare la distinzione tra le realtà commerciali tradizionali e i laboratori orafi artigianali, apprezzati da una clientela che ricerca nel gioiello qualcosa di speciale e unico, legato ad un fattore artistico e creativo. Ed è proprio in questo contesto, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, che il gioiello d’artista arrivò alle sue massime potenzialità espressive.
Mario Masenza fu il primo gioielliere italiano ad avere l’idea di convincere artisti d’avanguardia, pittori e scultori a lavorare per lui per creare ornamenti esclusivi e dai materiali preziosi. Originario di una famiglia torinese già dedita al commercio delle pietre preziose, negli anni Quaranta ereditò la gioielleria aperta dal padre nel 1924: Mario Masenza, che era un grande appassionato d’arte, aprì le porte del suo laboratorio-negozio in via del Corso ai promettenti artisti di allora, dando loro la possibilità di creare gioielli partendo dalle loro ricerche artistiche. Mirko Basaldella, Franco Cannilla, Giuseppe Uncini, Giulio Turcato, Giuseppe Capogrossi e Afro furono tra i molti scultori e pittori che frequentavano il laboratorio di Mario Masenza, creando i loro gioielli d’artista e nel contempo dando vita ad un ambiente culturale di discussione e confronto, anche con i collezionisti.
Se Masenza riteneva che i gioielli d’artista dovessero sempre rispettare il principio base dell’indossabilità, allo stesso tempo gli artisti scoprirono come le creazioni orafe potessero dare loro grande capacità espressiva nelle ricerche artistiche. Nel 1949 venne organizzata la prima mostra di gioielli d’artista alla Galleria del Milione di Milano in collaborazione con la Galleria dello Zodiaco di Roma, occasione in cui vennero presentati trentasei pezzi di gioielleria e sedici oggetti decorativi in argento realizzati, tra gli altri, da Afro, Cannilla, Lorenzo Guerrini e Leoncillo.
Mario Masenza amava il gioiello “di fusione o lavorato a mano dall’artista, caratterizzato dal colloquio dell’oro con il corallo, le pietre preziose, in un raffinato gioco cromatico”* e i pezzi creati dagli artisti nel suo atelier erano realizzati col famoso oro Masenza (chiamato anche “oro verde”), ottenuto da una lega particolare di oro e argento: non essendo lucidabile presenta spesso una colorazione più tenue rispetto all’oro giallo.
Insieme a Mario Masenza, il mondo del gioiello d’artista in ambito romano era ben rappresentato anche dai fratelli Danilo e Massimo Fumanti – che, interessati alla fornitura di pietre preziose e gioielli, entrarono in contatto con Masenza e si avvicinarono al mondo dell’oreficeria artistica. Negli anni Sessanta però, l’esperienza informale era ormai superata e gli artisti che collaboravano con i Fumanti appartenevano ai movimenti dell’Arte Concreta, Optical e Pop – come Getulio Alviani, Mario Ceroli e Gino Marotta.
Mario Masenza e i Fumanti collaborarono fino al 1975. Già dall’inizio degli anni Settanta, Masenza si dedicò meno ai gioielli d’artista e nel 1987, l’atelier chiuse definitamente a causa di un furto. Danilo e Massimo Fumanti avevano un approccio diverso da quello di Masenza: il loro obiettivo era quello di esportare il gioiello d’artista italiano nel mondo creando delle piccole serie di pezzi unici. La creazione del gioello consisteva in realtà più nell’ideazione, nel progetto e nel disegno, mentre l’oggetto veniva poi realizzato da artigiani – e in più esemplari – nel loro atelier. Anche la loro attività chiuse nel 1986, ma insieme a Mario Masenza i Fumanti rappresentano tutt’oggi un tassello fondamentale della storia del gioiello d’artista in Italia.
Indossare uno dei gioielli di Masenza significa indossare un’opera d’arte, in comunicazione costante con la persona che lo porta e con chi viene a contatto. «Il gioiello è arte sul corpo» come affermò Klaus Wölfer, direttore artistico del Bundeskanzleramt di Vienna, in occasione di una mostra sul Gioiello Contemporaneo che si tenne a Padova quasi 20 anni fa.
“Il gioiello è arte sul corpo”
L’asta dedicata a Gioielli e Argenti che si terrà a Milano nei giorni di lunedì 17, martedì 18 e mercoledì 19 maggio, offre l’occasione per poter acquistare uno dei pregiati pezzi d’artista realizzati nel corso di quegli anni d’oro romani. In particolare, la sessione dedicata alle creazioni di Masenza sarà quella di mercoledì 19 maggio, con dieci lotti in oro 18 carati impreziosite da pietre e dettagli preziosi, nati dalle menti e dalle mani di Nino Franchina, Giuseppe Uncini e Franco Cannilla.
*(L. SOMAINI, L’oro del ferro e del bronzo. Il contributo degli scultori e altre esperienze, in L. SOMAINI e C. CERRITELLI (a cura di), Gioielli d’artista… cit., 1995)
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da lunedì 17 maggio 2021 a mercoledì 19 maggio 2021, ore 15:00 • Milano