Gli artisti amano il “mondo della carta”. Cosa si intende con il “mondo della carta”?
Sotto questo termine possono raccogliersi oggetti come cataloghi, inviti, plaquette, poster, brochure, edizioni numerate, fotografie, ecc…
All’inizio del secolo scorso gli artisti di avanguardie come Dadaismo o Futurismo hanno iniziato a comprendere come la loro opera creativa non si esaurisse nella realizzazione di un quadro o di una scultura, ma che per trasmettere e lasciare traccia del loro messaggio avrebbero dovuto occuparsi anche della curatela di testimonianze come libri e cataloghi che potessero rilanciare al meglio lo spirito della propria esposizione.
Le esposizioni subiscono quindi delle radicali trasformazioni: non più semplici quadrerie in cui le cornici si accavallavano l’una con l’altra senza nessun ordine se non di dimensione, ma veri e propri percorsi allestitivi che dovevano nella loro totalità stupire e affascinare lo spettatore.
Uno dei precursori in questo senso fu sicuramente Marcel Duchamp. Memorabile il suo allestimento Sixteen Miles of String, realizzato nel 1942 per First Papers of Surrealism, prima mostra d’arte surrealista a New York presso la Whitelaw Reid Mansion. L’artista stese letteralmente nelle stanze della galleria sedici miglia di corda, creando un vero e proprio percorso a ostacoli per il visitatore nella sua esplorazione delle opere.
Senza una documentazione cartacea, a noi contemporanei di questa esperienza non sarebbe rimasta traccia.
Proprio la necessità di trasmettere ai posteri azioni sempre più spesso performative e conseguentemente effimere, ma anche mostre con allestimenti ideati a completamento delle opere d’arte, ha condotto gli artisti a dedicare sempre più attenzione a ogni elemento che potesse aiutarli a comunicare al meglio le proprie idee, giungendo spesso a creare delle nuove opere d’arte.
Testimonianze, l’asta del prossimo 16 luglio a Roma, pone la propria attenzione su tutti quei documenti nati dall’immaginazione degli artisti per la diffusione delle loro idee, spesso con risultati sorprendenti.
Thursday 16 July 2020, 04:30 PM • Rome
Ad esempio, cosa leggono le persone per informarsi?
A questo quesito, nel 1917 Alk Gian, Piero Negri e Silvestro Lega hanno risposto “i giornali” e da lì il passo a fondarne uno è stato brevissimo. Così è nata Freccia Futurista 15nale antitutto, il cui titolo e grafica con le lettere plasmate e come scosse da un vento riassumono perfettamente lo spirito del Futurismo. Una raccolta di poesie, sintesi teatrali e parole in libertà purtroppo dalla vita breve. Furono, infatti, realizzati solo due numeri, che costituiscono però una testimonianza unica di un’epoca e di uno spirito. (lotto 67, € 500 -700)
Fortunato Depero, oltre che grande artista, fu un grande grafico e disegnatore, come testimoniano i lotti 57 e 58. Al primo troviamo New York, Film Vissuto. Primo Parolibero Sonoro, una plaquette pubblicitaria in bianco e nero che sembra strizzare l’occhio al mondo cinematografico, concepita dall’artista per il lancio di un suo libro, mai pubblicato, che avrebbe dovuto narrare la sua esperienza nella Grande Mela (€ 500 -700). Al secondo un manifesto ideato per una corsa in salita tra Trento e Bondone del 1928 (€ 500 -700). Due esperienze grafiche in cui il lettering diviene un elemento fondante del disegno attraverso ripetizioni di parole, inclinazioni, utilizzo di bold, sottolineature, linee, un uso totalmente libero delle parole stampate.Molto più sintetico e compositivamente lineare il messaggio lanciato dall’artista e compositore Giuseppe Chiari con il suo poster al lotto 45, L’arte è finita. Smettiamo tutti insieme, 1974 (€ 300 -500). Tra i maggiori esponenti del movimento della poesia visiva, Chiari ha fatto della provocazione tramite frasi a effetto la sua cifra stilistica, una forma artistica che lui diffondeva avvalendosi appunto del formato manifesto e di concerti performativi che deve molto agli anni della contestazione in cui lo slogan era il modo più diretto per comunicare un ideale.
Oltre ai poster, anche i libri d’artista sono una prassi diffusa tra gli artisti per esplicitare il proprio pensiero e utilizzata in particolare da alcuni esponenti del Concettualismo come l’americano John Baldessari, di cui al lotto 17 troviamo Chosing: Green Bean (€ 400 -600). Realizzato nel 1972 per le edizioni della Galleria Toselli di Milano, fa parte di un ciclo di ricerca di Baldessari sul concetto di “scelta” ed è composto da una serie di fotografie in cui l’artista è ripreso nella selezione di uno tra tre fagiolini man mano sostituiti. Un’opera che trova il perfetto compimento nella forma libro.
Uno degli autori che ha sicuramente fatta sua la forma libro per le proprie opere è stato il torinese Alighiero Boetti, presente in asta con il catalogo e poster d’artista realizzato per la sua personale del 1988 presso la galleria Pio Monti di Roma (lotto 30, € 1.200 -1.400). Un omaggio diretto dell’artista al gallerista amico, realizzato accostando le riproduzioni dei suoi arazzi di lettere ai ritratti fotografici del “sistema dell’arte” personale fatto di altri artisti, amici, collezionisti e galleristi.
Operazione diversa quella legata al lotto 29, Faccine, un poster in bianco e nero del 1977 (€ 500 -700, )riproduzione di un disegno di Boetti che l’artista regalava invitando a colorarlo o a farlo colorare dai bambini e che solo successivamente, se la colorazione gli piaceva, veniva riconosciuto come opera d’arte e quindi firmato.
Il colore è un elemento fondante anche della serie di poster di Marina Abramovic al lotto 9 (€ 1.200 -1.400). Sei poster in colorazioni diverse in cui sono riprodotti quattro scatti fotografici della performance realizzata dall’artista nella sua prima personale italiana nel 1974 presso la Galleria Luciano Inga-Pin e stampati nel 1978 in occasione della pubblicazione del volume Performances, Happenings, Action, Events, Activities, Installations sulla storia della galleria per le edizioni Mastrogiacomo.
Con questo lotto si comprende benissimo la funzione essenziale della documentazione per lo studio e la comprensione di momenti ed eventi estemporanei come le performance, che sono riproducibili e riproposti dagli artisti ma sempre in condizioni e spazi diversi e quindi ognuna di esse ha bisogno di testimonianze per poter rimanere impressa.
Quale migliore testimonianza di una mostra se non un catalogo con la riproduzione delle opere, magari accompagnate da saggi di approfondimento? Però un buon catalogo non è semplice da realizzare e il lotto 121 è perfetto per comprenderne la cura e meticolosità necessarie.Questa è, infatti, la maquette realizzata dal pittore tedesco Blinky Palermo, per Palermo – Zeichnungen 1963-1973, volume realizzato per la sua personale del 1974 al Kunstaum di Monaco di Baviera.
L’artista annota nella pagina la posizione delle fotografie, i nomi delle opere e riproduce disegnandola una delle sue opere per esprimere, al meglio, le sue volontà all’editore. Una testimonianza davvero più unica che rara per addentrarsi nel processo creativo di un grande artista.
Se i futuristi, nel 1917, decisero di avvalersi della forma del giornale quotidiano per diffondere le proprie idee, un artista come Maurizio Cattelan, negli anni Novanta, non poteva che rivolgere il proprio sguardo alla carta patinata dei mensili per fare la stessa cosa.Nasce così nel 1996 Permanent Food, una rivista realizzata da Cattelan in collaborazione con la creativa e pubblicitaria Paola Manfrin e l’artista francese Dominique Gonzalez-Foerster. Quindici numeri editi fino al 2007, che rispecchiano al meglio la pratica della decontestualizzazione condotta da Cattelan. Ogni copia di Permanent Food è infatti una raccolta di fotografie “rubate” da altre riviste pubblicate in quel periodo e riproposte secondo accostamenti e sequenze inaspettate per dare vita a nuove narrazioni e universi paralleli.
Come paralleli sono il mondo dell’arte e quello della stampa: due universi che grazie alla figura di alcuni artisti si incontrano per dare vita a delle testimonianze uniche.
Catalogo online
Thursday 16 July 2020, 04:30 PM • Rome