Fin dalle pitture rupestri la donna è stata oggetto di rappresentazione, comparendo per millenni nelle fattezze idealizzate di veneri propiziatorie, sante, madonne, personaggi biblici e della mitologia, ma solo con l’avvento della fotografia la sua figura e il suo corpo sono divenuti reali, pur rimanendo relegati alla bidimensionalità.
Un cambiamento epocale anche se, bisogna ricordarlo, le figure femminili ritratte per molti anni, e a volte ancora oggi, continuano a essere la rappresentazione di un immaginario maschile e di una società patriarcale.
Ciò non toglie che si possa delineare una storia sociale della donna attraverso i cambiamenti della sua rappresentazione iconografica nel mezzo fotografico, come ben emerge semplicemente sfogliando il catalogo dell’asta di Fotografia: Under 1K del prossimo 18 giugno.
Thursday 18 June 2020, 04:00 PM • Milan
Negli anni ’40 in alcuni ambienti, quelli più intellettuali, le donne cominciano a divenire indipendenti e autonome. Indipendenza “forzata”nel momento in cui, con gli uomini al fronte per la Seconda Guerra Mondiale, saranno chiamate a prenderne il ruolo anche nelle fabbriche. Al lotto 12, il grande fotografo americano Man Ray ritrae due dame elegantemente vestite e truccate da sera, impegnate a giocare una partita a scacchi. Le due donne non guardano in camera prese dal “pathos” della battaglia tra pedoni e ignorano totalmente lo spettatore, rimarcando la conquistata libertà e indipendenza. (stima € 500-800).
Un altro grande maestro americano di origini tedesche, Erwin Blumenfeld, nel 1947 realizza il Solarized portrait, al lotto 10 (stima € 300-500). Qui è l’innovativa tecnica della solarizzazione utilizzata dal fotografo per ritrarre una giovane fanciulla a sottolineare il nuovo ruolo assunto dalla donna nella società. La giovane, infatti, in questo caso guarda fisso in camera con decisione, quasi sfidando la pellicola. Il suo lato destro, reso più astratto dall’effetto dei raggi solari durante il processo di sviluppo, ne amplifica la profondità dello sguardo, ribadendone la forza e la complessa interiorità.
La quotidianità di un mondo femminile più agricolo e povero è invece fulcro, negli anni ’50, delle ricerche di alcuni fotografi come, ad esempio, lo svizzero Kurt Blum (lotto 13, stima € 300-500). Su uno sfondo completamente sfocato, una fruttivendola è colta dietro al suo banchetto, con uno sguardo perplesso, quasi a chiedersi “Valgo una fotografia?”.
Bruno Stefani, fotografo attivo tra gli anni trenta e settanta, collaboratore per anni del Touring Club per cui ha girato l’Italia testimoniandone gli aspetti e i mutamenti per un ventennio, al lotto 25 coglie un gruppo di donne nel lavoro dei campi circostanti l’Abbazia di Chiaravalle, (stima € 80-120). L’edificio in tutta la sua magnificenza sembra proteggere e osservare bonariamente il lavoro delle braccianti riconoscendone il valore e gli sforzi fatti.
Chissà, invece, dove sono dirette le donne di nero vestite al lotto 15 di Mario Giacomelli (stima € 650-850). Realizzato dal fotografo marchigiano nella sua famosa serie sul paesino di Scanno, tra il 1957 e il 1959, ci mostrano tutte le spalle, indossano chiaramente abiti da tutti i giorni, compreso l’immancabile grembiule, divisa di ogni brava massaia. Una composizione piramidale in un bianco e nero fortemente contrastato, marchio di fabbrica del fotografo, che sembra alludere a una marcia verso un futuro diverso.
Un futuro magari da modella come quella ritratta, nel 1954, da Alberto Korda, lotto 96 (stima € 600-800). Il fotografo cubano che, prima di diventare famoso per i suoi ritratti di Che Guevara, si dedica anche alla realizzazione di servizi fotografici per la moda, realizzando un ritratto di rara intensità seduttiva. Una ragazza di cui si intuisce la nudità si nasconde dietro una chitarra, le cui forme non possono che alludere a quelle del suo corpo. Lo sguardo è abbassato, casto e timido, la posa richiama quelle classicheggianti delle Veneri greche e romane. Un inno alla perfezione femminile.
Fissa con lo sguardo il fotografo Tazio Secchiaroli, invece, Moira Orfei. Siamo a metà degli anni Sessanta e le donne sono ormai consapevoli della loro forza, decidono di non subire più ma di sfidare apertamente lo sguardo maschile (lotti 65-66-67, stima € 150-250 ciascuno). Perché no, improvvisando uno spogliarello su un tetto di un trullo o, come l’attrice inglese Susan Hampshire, immerse in una vasca da bagno colma di schiuma (Pierlugi Praturlon, lotti 80-81-82, stima € 100-150 ciascuno). Il gioco di seduzione viene condotto interamente dalla donna che decide come, dove e quando mostrare liberamente il proprio corpo.
Le manifestazioni per il Femminismo degli anni Settanta, riprese ad esempio da Paola Agosti, (lotto 121 stima € 100-150), sono un passaggio fondamentale per la società contemporanea. Un gruppo di donne sventola bandiere in corteo richiamando attenzione per sé ma anche per tutto il genere femminile, comprese casalinghe, mamme e nonne che quotidianamente lottano per la sopravvivenza del nucleo famigliare, anche in condizioni di estrema difficoltà, come un post terremoto.
Intensissimi i due ritratti di interni, sempre della fotografa torinese Paola Agosti, lotti 134-135 (stima € 300-600 ciascuno) realizzati in Abruzzo dopo il terremoto del 1970. Nella prima una signora con grembiule e pantofole, appoggiata con una mano al suo letto matrimoniale ,sembra presentarci la sua camera con la posa di una valletta televisiva. Nella seconda al tavolo di una cucina un’anziana, forse la nonna, fa colazione con due bambine. Di entrambi gli scatti non può che colpire la forza della realtà rappresentata in tutta la sua essenza senza abbellimenti.
Dagli anni Ottanta l’immagine femminile non può essere discosta dalla fotografia di moda, con cui si muove all’unisono. L’immagine che emerge è sempre più quella di una donna forte e indipendente e, nelle poche volte in cui vi siano immagini in cui compare anche una figura maschile, quest’ultima è solo da supporto, relegata sullo sfondo, come nel lotto 199 del fotografo statunitense Arthur Elgort (stima € 160-200).
Lo sguardo della modella, pur nella nudità, sfida sempre l’obiettivo del fotografo e con esso lo sguardo dello spettatore. Paradossalmente queste donne, anche se colte in déshabillé e in attimi di fragilità, comunicano una forza spropositata, come nei ritratti di Jean Francois Jonvelle (lotti 202-203, stima € 400-600 ciascuno).
Rivendicando anche quella violenza che da sempre è prerogativa dell’uomo, giungendosi ad armarsi di coltello o pistola, come nelle fotografie ritoccate a mano di Jan Saudek (lotti 204-205 stima € 400-600 ciascuno), o indossando una divisa militare come nell’Army Girls I, di Sergey Bratkov del 2000 (stima € 1.500-2.500).
L’iconografia femminile è in continua evoluzione, come in mutamento perenne sono i ruoli sociali e i rapporti tra uomini e donne. Non dobbiamo dimenticarci che senza una metà non esisterebbe nemmeno l’altra e che, come ci ricorda Robert Doisneau al lotto 106, uniti ad esempio con un bacio diamo il meglio di noi stessi (stima € 900-1.400).